PARLA L'ESPERTO
- Luca Pileri
- 5 set 2014
- Tempo di lettura: 2 min
"CON GLI APPRODI TURISTICI LO SVILUPPO ECONOMICO È ASSICURATO"
L'analisi di Giovanni Pileri, un amministratore pubblico che sa di mare.
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Giovanni Pileri è uno che sa di mare. Nel senso che è competente, e soprattutto che ha le idee chiare su come andrebbe sviluppato il settore nautico. Ingegnere, assessore all'Urbanistica del comune di Arzachena, Pileri ha colpito tutti per la sua chiarezza nell'esposizione di una serie di problemi legati al settore, ha colpito per la serie di dati raccolti, e anche per alcune proposte che dovrebbero essere
ascoltate. Giovanni Pileri per esempio rivela qualcosa sulla portualità turistica che sicuramente molti ignorano. "E' vero che al primo posto in Italia, in fatto di approdi da diporto, c'è la Liguria, con 22837 posti barca, ma è anche vero che la Sardegna, con i suoi I 4200 posti barca, balza al primo posto per imbarcazioni medio-grandi. C'è un altro dato che deve fare riflettere —aggiunge Pileri — e cioè le proiezioni su quello che accadrà nella nostra isola entro il 2010. La domanda dei posti barca in Sardegna salirà a ventimila: teniamone conto". "In Sardegna fino a oggi — analizza Pileri —non c'è stata una politica adeguata nel settore della nautica da diporto. Manca in particolare un piano organico di settore: se la Sardegna ne fosse dotata, sarebbe stato e sarebbe possibile gestire gli approdi sotto il profilo non solo economico ma anche ambientale. Fino a oggi gli investimenti nel settore della portualità turistica sono stati assai rilevanti. Si pensi che si sono programmati investimenti di oltre 13 milioni di euro all'anno per vent'anni. Nello stesso tempo molte strutture sono rimaste inutilizzate. Un altro dato per capirci meglio: in Italia esistono qualcosa come 143 scali commerciali vuoti o comunque abbandonati a se stessi. Eppure in alcune zone i porti commerciali confinano con città o territori ricchi di storia e di forti richiami turistici. Ecco, penso che questa operazione di restyling possa essere compiuta in Sardegna, regione nella quale esistono allo stesso modo strutture portuali non utilizzate. Se tutti assieme riuscissimo a intervenire in questa direzione, miglioreremmo il fondamentale legame tra il tessuto urbano e il porto". Le proposte operative, nell'esposizione di Giovanni Pileri, non mancano. Lui parla da amministratore comunale, ma parla anche da skipper militante. Oggi Pileri comanda una signora barca e va per mare tutte le volte che gli è possibile. Ha fatto esperienza, da ragazzo, come skipper per necessità. Quando è diventato grande, ha scorrazzato per mezza Sardegna. E ama da morire un'escursione a Lavezzi. "Si sta da Dio —osserva — e chi non ha ancora provato questa esperienza, lo faccia in fretta". A parte le questioni personali, Giovanni Pileri dà la sua ricetta che si inserisce perfettamente nel contesto dell'iniziativa promossa dal comune che lui rappresenta insieme con la Camera di Commercio, il Cines e il comune di Olbia. "Bisogna incrementare l'offerta dei posti barca in tutta la Sardegna, ma occorre anche riqualifcare e specializzare anche gli approdi e i porti esistenti. Quando c'è un porto turistico, è sicuro che c'è anche una concreta opportunità di sviluppo per attività come l'artigianato: il mercato della cantieristica navale si può allargare notevolmente e le occasioni di lavoro sono destinate a crescere".




















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